Sulla Natura del Tumblelogging

Essendo un blogger da quando esistono i blog, non potevo non essere anche un tumblelogger da quando esistono i tumblelog. La definizione allude a un’idea piuttosto semplice: ibridare il blog col microblog, mettendo in relativa discussione la longform a favore di una compilazione che privilegia il ritaglio, la forma breve, il multimediale spinto, l’espressione puntuale e non quella lineare o troppo lineare.

Ovviamente siamo in un territorio estremamente flessibile. Ci sono comuni blog che accolgono tranquillamente morfologie simili a quelle del tumblelog, e viceversa, quindi alla fine della giostra ciò che conta è lo stile risultante, che nel caso di Tumblr — la principale, se non unica piattaforma che tratta tumblelog — credo sia piuttosto riconoscibile.

Ad oggi, il mio tumblelog — Phil Log Book, titolo che segue alcune ispirazioni da Austin Kleon (a sua volta tumblelogger) — non rientra nel novero dei miei luoghi web più aggiornati. Lo uso essenzialmente come piattaforma per rilanciare automaticamente contenuti che scrivo in WordPress (che credo possieda anche Tumblr, da cui l’integrazione). Non so perché. Probabilmente ho la sensazione che Tumblr abbia una comunità così vasta da non essere neppure comunità. Mi spiego, anche se si tratta appunto di un sentore, di una percezione…

Scorrendo lungo il feed dei tumblelog che di volta in volta seguo (credo per ragioni meramente estetiche), mi rendo conto che dietro quei siti ci sono persone senza volto, compilatori quasi automatici che rilanciano e rilanciano foto, GIF animate, appunto ritagli, poesiole e disegni che alludono a insight così istantanei da risultare totalmente autoreferenziali. I contenuti sembrano non arrivare da alcun luogo, e non portano ad alcun luogo…

La comunità di Tumblr ovviamente esiste, ed è oceanica, dilagante. Ma è una comunità che agisce come un ente indifferenziato e inconoscibile. Una pura reazione amplificata a dismisura dal Web.

Eppure lo strumento esiste, ed è potente. Troppo potente per non dedicargli un uso specifico. Quindi sì, mi sono messo a elaborare una teoria del tumblelogging in grado di conferire significato pratico al suo uso deliberato come piattaforma di espressione.

Quindi che dire: mi vedrete su Tumblr, sempre di più…

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