Legami è il titolo dell’incontro di ieri. Una esplorazione del modo in cui ciascuno di noi si muove all’interno dei propri legami significativi, a partire delle nostre rappresentazioni interni. Abbiamo sperimentato l’equilibrio possibile e dinamico tra i vincoli che influenzano l’espressione autentica di noi stessi e la responsabilità che comporta tale libertà. Un momento per aprire un campo di consapevolezza su come i nostri comportamenti e le nostre scelte influenzano la possibilità di sentire quel legame di interdipendenza che ci radica nel nostro essere umani. Durante la notte ho sognato di incontrare una Kalinskaya “ucraina” in Perù, la terra della mia attuale compagna.
“Ero in un bar da solo e lei serviva ai tavoli. Mi vide con un giornale pacifista e mi chiese se ero a favore della Russia. Le dissi che ero e mi sentivo dalla parte del popolo ucraino che ha subito morti, violenze e per metà ha dovuto lasciare il paese. Ho flirtato con lei e ho accettato il suo bacio. Mi risultava che avesse avuto una relazione con un mio vicino di casa di Amantea (Cs), del mio paese natìo, Piero. Una figura da me percepita come autonoma e molto autorevole. Un “vero uomo” che però al contempo mi appariva anche come poco possessivo nelle relazioni. Lei ora non aveva più legami con lui. Le diedi il mio numero di telefono ma quando ci congedammo non potei ricevere i suoi msg perchè il telefono era in Italia. Ci rivedemmo in Ucraina. Avevo deciso di continuare ad illuderla. Conobbi suo fratello che lavorava in una azienda di materassi. E davanti a lei, a suo fratello e ai suoi, presi un impegno di cui non ero molto convinto: comprare un materasso. Lei mi rassicurò che l’avrebbe portato ad Amantea ed io per cercare di dissuaderla le dissi che ad Amantea non avrei al momento potuto riceverlo e che l’avrei comprato per la casa di Parma (dove al momento non poteva arrivare). A quel punto si fece avanti il fratello che mi rassicurò di poter far pervenire il materasso “ucraino’ dove volessi. Il prezzo da pagare per il materazzo e l’intera relazione era all’incirca di 2000 euro. Una cifra che reputavo non altissima ma comunque impegnativa”.
Dentro il sogno ci sono tutti i segni della cultura patriarcale che riconosco dentro di me. Quei limiti che mi impediscono di concepire una relazione in modo libero. Sono sempre presente le ambiguità e le contraddizioni che mi caratterizzano, i sensi di colpa e la consapevolezza che ci sia sempre un prezzo da pagare, una pena da espiare per il mio peccato originario.